martedì 26 marzo 2013

SCHEDA: Cincia varia

Ordine:       Passeriformi
Famiglia:   Paridae
Genere:     Parus
Specie:     Parus varius

ITALIANO: cincia varia
INGLESE: varied tit
COREANO: 곤줄박이 (pron. Kongiùl-paghì), ovvero "cincia striata"

DESCRIZIONE
La Cincia varia è un uccello passeriforme della vasta famiglia delle cince (Paridae); si incontra in Asia orientale, Giappone, Corea, Taiwan e, localmente, nella Cina nord-orientale (sud Liaoning) e all'estremità sud-orientale della Russia (sud delle Isole Kurili).
E' lunga 12-14 cm. e pesa 16-18 g. La lunghezza delle ali è di 6-7 cm.
La corona, il becco, la gola, la parte superiore del petto e la nuca sono neri; la fronte, la faccia e le guance, bianche; il dorso, le ali e la coda, grigio-azzurro. Il mantello, la parte inferiore del petto, il ventre e il sottocoda, rossicci. Dalla corona alla nuca, centralmente, corre una sottile striscia bianca. Alcune sottospecie hanno un colore più scuro sul dorso e sulle guance: Parus varius oestoni ha le guance color nocciola e Parus varius olivaceus ha il mantello olivastro. I piedi sono grigio scuro.


HABITAT
Il suo habitat consiste in foreste miste aperte, in particolare di conifere giapponesi quali il Larice giapponese (Larix kaempfer), il Tasso giapponese (Taxus cuspidata), il Sugi (Cryptomeria japonica), pini e fagacee del genere Castanopsis, come Castanopsis cuspidata; si può trovare anche in foreste di bamboo sui fianchi delle montagne o valli fluviali.

ALIMENTAZIONE
La Cincia varia ha una dieta mista, che consiste in semi ed insetti, preferibilmente vermi.

RICHIAMO


registrato da Grant Fisher il 24/09/2011 a Daejon - Sud Corea  / download dal sito http://www.xeno-canto.org

CLASSIFICAZIONE
Ne sono state descritte un considerevole numero di sottospecie, con una notevole diversificazione nelle isole meridionali del Giappone; nove di queste sono considerate tuttora esistenti, mentre una si è estinta nel XX° secolo. 
  • Parus varius varius (Temminck & Schlegel, 1848)  
  • Parus varius owstoni (Ijima, 1893) 
  • Parus varius namiyei (Kuroda, 1918) 
  • Parus varius sunsunpi (Kuroda, 1919) 
  • Parus varius yakushimensis (Kuroda, 1919) 
  • Parus varius amamii (Kuroda, 1922) 
  • Parus varius olivaceus (Kuroda, 1923) 
  • Parus varius orii (Kuroda, 1923) estinto nel 1940
  • Parus varius castaneoventris (Harrap, 1996) 
Insieme al Parus semilarvatus (White-fronted Tit - non risulta nome italiano, possibile tradurre con "Cincia dalla fronte bianca"), viene a volte considerata parte di un genere separato: Sittiparus
Altre volte, viene collocata nel gruppo Cyanistes, assieme alla Cincia azzurra (o cinciarella azzurra).  
Tuttavia, i dati relativi alla sequenza del citocromo b del DNA mitocondriale, indicano che, mentre il genere Cyanistes è molto distinto dal Parus e certamente separato, Sittiparus non si può considerare un genere distinto, ma semmai un sottogenere del Poecile (capinere e affini), sempre che si voglia considerare anche quest'ultimo come un genere distinto, come sostenuto e accettato da alcune autorità quali la American Ornithologists' Union
[N.d.A. In effetti, molte volte la Cincia varia si trova classificata come "Poecile varius"]

(Estrapolato e tradotto dalla sottoscritta da  http://en.wikipedia.org/wiki/Varied_Tit)



    

sabato 23 marzo 2013

LE NOSTRE CINCE

Vi presento le cince che visitano il nostro giardino:
Cincia varia (Parus varius)
Le cince varie (...ed eventuali?), intelligenti e intraprendenti, deliziose nel loro maglioncino arancione, si lasciano avvicinare e quasi toccare (il mio fine è arrivare a fargli prendere il cibo dalle mani!). Curiose al limite dell'impertinenza, appena in giardino vedono un oggetto nuovo, lo vanno a ispezionare. 
Se mi vedono armeggiare (non importa se con chiodi e martello o zappa e rastrello....), vengono subito a controllare: "cosa stai facendo? ....cibo?". 
Incrociano il loro sguardo con il mio senza paura, ed è sempre una bellissima emozione sentire quei due bottoncini neri e lucenti, fissi su di me.
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Cincia giapponese (Parus minor), sottospecie orientale  della cinciallegra (Parus major)
Le cinciallegre, variante orientale, tra di noi le chiamiamo "le cince che vestono Chanel"; elegantissime nel loro look optical: contrasti di bianco e di nero sotto a una morbida mantellina grigia, appena sfumata in giallo sulle spalle e orlata in raso lucente e sottili strisce di velluto nero. 
Beh...a dire il vero le chiamiamo anche "le cince con la cravatta-tanga"; infatti, un elegante cravattino nero, dal collo scende sulla pancia candida e poi si intrufola, impertinente, tra le zampette per continuare fino alla base della coda. 


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Cincia bigia (Poecile - o Parus - palustris)...o cincia bigia alpestre (Poecile - o Parus - montanus)
Cincia bigia...o bigia-alpestre? Un rebus praticamente impossibile da risolvere!
L'unico modo per distinguerle con certezza è il canto, ma nella confusione di cinguettii che animano il nostro giardino non è così facile isolarlo.
La cincia bigia ha i margini del becco pallidi (....e quindi potrebbe essere quella), ma la cincia bigia-alpestre dovrebbe avere un pannello chiaro sulle ali, formato dai margini delle penne secondarie (...che intendono per pannello?); la cincia bigia ha un cappuccio lucido (....e quindi potrebbe essere quella) ed un "bavaglino" più piccolo, inoltre dovrebbe avere la testa più piccola e il collo più corto (...ma come posso stabilirlo senza confrontarle?). Un'aiuto concreto può arrivarmi dal nome coreano: infatti la bigia-alpestre si chiama "Cheju pak-se", dove "Cheju" è un'isola a sud della penisola coreana, dunque abbastanza distante da qui. In conclusione, considerati tutti gli elementi a disposizione...aggiudicherei un "bigia"....ma sì, vada per cincia bigia!!!!!
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Cincia mora (Parus ater)
Questa moretta qua, lunga appena 10-11 cm per 8-10 grammi di peso, ha sempre l'aria un po' spaventata e l'aspetto un po' arruffato, tant'è che per molto tempo ho pensato fosse una cincia giapponese molto giovane e denutrita; la chiamavo "la cincia proletaria". E mi faceva pure tanta pena!
Mangia piccola, mangia, dai, non scappare - pensavo - ma lei niente, sempre nervosa, una beccata e via; per questo anche difficile da fotografare, dato che ci mette appena un istante a prendere il suo pezzetto di noce e volar via!
Stabilito, poi, grazie ad Internet, che si trattava di una cincia mora le cui dimensioni ridotte sono proprie della specie, come l'aspetto disordinato e che, quindi, l'età e lo stato nutrizionale non c'entravano nulla; scoperto, inoltre, che si tratta di una convinta "accumulatrice", che se non indugia a mangiare non è perchè sia timida, ma, piuttosto, perché corre a depositare il bottino in qualche anfratto, ho iniziato a chiamarla "la cincia capitalista" .
Infine, siccome a volte increspa le piume della testa a formare una simpatica crestina nera, la chiamo anche "la cincia punk" (anche se i veri punkettoni sono i bulbul....ma di loro si parla un altra volta, questo, oggi, è lo spazio delle mie cince!). 

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lunedì 11 febbraio 2013

GABBIA senza sbarre


Finalmente  ho montato una vera mangiatoia, dotata di ogni "comfort"!

Ho riciclato un vecchio (e un po' sgangherato) vassoio di quelli per fare colazione a letto, l'ho girato al contrario, ho completato la struttura con due cannucce di bambù, utilissime anche come poggioli. 

Per appenderla: 4 bacchette di legno sulle quali ho fissato 4 gancetti che si adattano perfettamente alle cannucce (come si può vedere dalla foto, facendo po' di attenzione); in questo modo, la mangiatoia è stabile, ma facilmente rimovibile per la pulizia. 

Ho appeso la mangiatoia sotto alla veranda, al riparo della pioggia e della neve, ma abbastanza vicino al bordo da essere visibile ai pennuti che, infatti, ci hanno messo appena un paio di giorni a scoprirla ed ora la frequentano in gran numero.

Mi sono, poi, divertita con le rifiniture "di lusso":  una vaschetta (fatta con una confezione di biscotti da thé e due ganci di Ikea) per mettere la frutta per i bulbul che, date le dimensioni, in un primo momento sembravano avere difficoltà a scendere al piattino; una spirale di fil di ferro per infilarci le noccioline che fanno impazzire le cince; una retina (di cotone, fatta a uncinetto, dato che non ne trovavo di riciclate che mi convincessero) per infilarci le "palle da cince" (anche quelle confezionate da me, in casa, con burro, miele, noci varie e uva passa...praticamente le mangerei volentieri anche io!); una molletta per l'insalata fresca; un altro poggiolo più in alto.  

Sembra una gabbietta, ma senza sbarre...che è una differenza non da poco!


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Ho creato una pagina apposita, con diversi link a siti che spiegano come costruire mangiatoie, oppure ne vendono di pronte. Oppure potete copiare la mia idea!



sabato 9 febbraio 2013

LA MERLA


Sembra incredibile, eppure, proprio nei cosiddetti "giorni della merla" e precisamente il 30 gennaio, tra i miei ospiti, è apparsa proprio LEI !!!!

E' bellissima, di un colore bruno che si fa quasi albicocca sotto le ali, solitaria e timida. 
Ho visto che preferisce mangiare sul terreno, possibilmente rimanendosene tra i cespugli, vicino al muretto (anche se un giorno si è spinta fino quasi alla porta finestra).

Per farla sentire a suo agio, ho iniziato a lasciare dei chicchi di melagrana e un po' d'uva per terra, in una posizione un po' defilata e nascosta. 

La signora gradisce!



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LE GAZZE

mmm...buono il pinolo!

In coreano il nome della gazza-ladra è 까치(pron. "gaccìì") ed è tra gli uccelli più presenti nella tradizione locale, dalle rappresentazioni pittoriche, alle credenze popolari, agli stemmi di molte città. La credenza più nota, vuole che se una gazza fa visita alla tua casa, entro la fine della giornata arriverà qualcuno a portarti una buona notizia. 

La gazza coreana (Pica sericea) è molto simile alla gazza comune europea (Pica pica) di cui è  considerata una sottospecie orientale. 

Tra i primi fruitori del mio piattino di frutta secca c'è stato lui, Severino (...il gazzellone!), presto seguito anche dalla sua...ra-gazza!

Tanto per tener fede alla sua fama di mariuolo, un giorno in cui avevo pensato di mettere un bel foglio di plastica rigida sotto al piattino per evitare ai pennuti di rimanere con le zampe attaccate al ghiaccio che ricopriva il muretto, Severino ha deciso che se ne voleva appropriare e si è messo a tirarlo col becco, rischiando di far volare di sotto il piattino, magari in testa a qualcuno! Sono dovuta uscire a toglierlo.

Col suo elegante abito scuro e il portamento delle ali, che ricordano due braccia conserte dietro la schiena, sembra sempre un Ambasciatore ad un ricevimento; si posa un po' distante dal piatto...ci gira intorno camminando con aria ostentatamente indifferente, ci guarda dentro con l'aria di usare un molocolo...e solo dopo inizia a "servirsi". A quel punto, però, perde ogni contegno e si strafoga!

Dopo un mese che si servono da noi, queste gazze sono notevolmente più in carne (...come tutti gli altri affezionati clienti). 

Che fai....sbirci?
Hey, cicciona! Più che "gazza-ladra" ti dovremmo chiamare "gazza LARDA" !!!!!